Regina di Scozia e regina di Francia. Figlia di Giacomo V Stuart, re di Scozia,
e di Maria di Lorena-Guisa, fu proclamata regina appena dopo la nascita e crebbe
alla corte di Francia, educata alla religione cattolica. Sposò il delfino
Francesco nel 1558, ma rimase vedova solo due anni dopo. Tornata in Scozia, nel
1565 sposò il cugino principe Enrico Stuart conte di Darnley, anch'egli
cattolico. I primi anni del suo regno furono caratterizzati da una politica
religiosa ispirata a criteri di tolleranza, anche nel tentativo di ottenere
l'appoggio della nobiltà scozzese di fede protestante. Nel 1566 lord
Darnley, alleatosi con i protestanti, fu tra gli organizzatori del complotto che
causò la morte di David Rizzio, segretario particolare di
M. e
primo responsabile dell'involuzione politica in senso autoritario e
intollerante. La regina dovette quindi rifugiarsi nel castello di Dunbar;
riuscì tuttavia a riguadagnare il potere e, tornata ad Edimburgo, scelse
come proprio consigliere Bothwell, che sposò dopo che questi a sua volta
aveva fatto uccidere lord Darnley. Il matrimonio, tuttavia, suscitò
l'indignazione sia della parte cattolica che di quella protestante, che presto
si tramutò in vera e propria rivolta.
M. fu costretta ad abdicare
in favore del figlio (il futuro Giacomo VI di Scozia, I d'Inghilterra) e a
fuggire in Inghilterra; qui, in conseguenza del suo preteso coinvolgimento in
congiure contro la regina Elisabetta, fu condannata a morte per tradimento e
giustiziata. • Teat. - Alla vicenda di
M. si ispirarono diverse
opere teatrali, fra le quali le più famose sono: la
Maria Stuarda
(V.) (1800) di Schiller,
La reina di Scotia
(1628) di F. Della Valle, la
Maria Stuarda (1789) di V. Alfieri
(Linlithgow, Edimburgo 1542 - Fotheringhay, Northamptonshire 1587).